Troy

troy

“Ah! Son of the goddess, fly, tear yourself from the flames. The enemy has taken the walls: Troy falls from her high place. […] Troy entrusts her sacred relics and household gods to you: take them as friends of your fate, seek mighty walls for them, those you will found at last when you have wandered the seas”.
Virgil, Aeneid, II, 289-95

HISTORY

Troy, also known by the name of Ilion, is an ancient city of Asia Minor, currently in the Turkish province of Çanakkale. The site is renowned for the mythical aura associated with its foundation, but even more for the history of its destruction by the Greeks (the Achaeans). Homer’s Iliad, the first Western epic poem, tells that the Achaeans besieged Troy for ten years in order to free Helen of Sparta, kidnapped by the Trojan prince Paris. After many years of battles between courageous heroes, Troy was conquered thanks to a trick devised by the Achean king Ulysses: the famous “Trojan horse”.
The echo of the fall of Troy was so vast that it had incredible influence on both Greek and, from the I cent. B.C., Latin literature. Indeed, it was under Augustus that the poet Virgil picked up the theme of Troy’s fall and wrote about Aeneas, the Trojan prince who fled from his burnng home and, as established by fate, came to a place where he would have founded one of the greatest cities in history: Rome. The reading of the Homeric text, with relevant geographical indications, induced many researchers to look for the site of Troy, hoping to find tangible evidence of the events told in the Iliad. Heinrich Schliemann was the first to understand in 1871 that the ancient structures discovered on the hill of Hissarlik belonged to Troy. In recognizing the site he was helped by the passage of the Iliad recounting the initial phase of the duel between Hector and Achilles, where Homer describes the two heroes running around the walls of Ilion three times. Schliemann personally verified the feasibility of this event and concluded that it was plausible that the two warriors had run about 15 kilometers around that hill. Although many expected Troy to be a destroyed city with a short life, research conducted between the end of the 19th century and 2014 has brought to life a very complex and enduring settlement, to the point that many speak of ten Troys, not a single one. Visiting the archeological site one can appreciate all construction phases of the centre, starting from the first installations (Troy I, Troy II, Troy III-V) s) of the III millenium B.C., going through the “Homeric” phases (Troy VI, Troy VII), finally moving to identifying the modifications introduced first by the Greeks in the VIII-VII cent. B.C. (Troy VIII), then by the Romans (Troia IX) and finally by the Byzantines (Troy X).
Troy’s strategic position, located at the mouth of the Dardanelles Strait and consequently in defense of all the maritime movements towards the Black Sea, always made the city particularly rich and prosperous: a crossroads of peoples and goods.

La posizione di Troia, un ponte fra l’Europa e l’Asia

This is also demonstrated by the so-called “Priam’s Treasure”, a rich group of luxury goods, found by Schliemann during his research, which was a significant element in favor of the identification of Troy. The Musuem was inaugurated in 2018, to celebrate the twentieth anniversary of the site’s designation as “World Heritage Site”, and hosts about 2.000 finds “repatriated” after decades of distance from their context of origin. Huge mounds believed to be the monumental tombs of Achilles, Ajax and Patroclus (some of the most famous Achaean heroes of the Homeric war) rise up around the archeological site.

Approfondimenti

Informazioni aggiuntive

Learn more:

R. Aslan, Troy. City of Mythology and Archaeology, Istanbul 2019
M. Korfmann, D.P. Mannsperger, Troia/Wilusa, 2013

La città è strettamente legata al racconto del mitico viaggio di Enea, cantato da Virgilio nell’Eneide, come punto di arrivo dell’eroe troiano sulle coste laziali.
Secondo la tradizione ripresa da Virgilio, infatti, appena sbarcato Enea fece il primo sacrificio, in un luogo presso il fiume Numico (oggi Fosso di Pratica: Numico_1), dove poi sarebbe sorto un santuario dedicato a Sol Indiges. Inseguendo una scrofa bianca gravida, l’eroe percorse una distanza di 24 stadi: qui la scrofa partorì trenta piccoli e il prodigio offrì ad Enea un segno della volontà degli dei di fermarsi e fondare una nuova città. L’eroe incontrò Latino, il re della locale popolazione degli Aborigeni, il quale, dopo aver consultato un oracolo, capì che i nuovi arrivati non dovevano essere considerati degli invasori, ma come uomini amici da accogliere. Enea sposò dunque la figlia di Latino, Lavinia, e fondò la città di Lavinium, celebrando la nascita di un nuovo popolo, nato dalla fusione tra Troiani e Aborigeni: il popolo dei Latini. Il mito racconta che Enea non morì, ma scomparve in modo prodigioso tra le acque del fiume Numico e da questo evento fu onorato come Padre Indiges: Il padre capostipite.

La piazza pubblica della città aveva una pianta rettangolare, ornata sui lati lunghi da portici, su cui si aprivano diversi edifici: uno di questi aveva forse la funzione di “Augusteo”, luogo dedicato al culto imperiale, come sembra indicare il ritrovamento di splendidi ritratti degli imperatori Augusto, Tiberio e Claudio. Sul lato corto occidentale si affacciavano un edificio elevato su un podio, forse la Curia (luogo di riunione del governo locale), e un tempio, risalente ad età repubblicana.

Il santuario, situato ad est della città antica, era dedicato alla dea Minerva, che a Lavinium è dea guerriera, ma anche protettrice dei matrimoni e delle nascite. È stato trovato un enorme scarico di materiale votivo databile tra la fine del VII e gli inizi del III sec. a.C., costituito soprattutto da numerose statue in terracotta raffiguranti soprattutto offerenti, sia maschili che femminili, alcune a grandezza naturale, che donano alla divinità melograni, conigli, colombe, uova e soprattutto giocattoli: le offerte simboleggiano l’abbandono della fanciullezza e il passaggio all’età adulta attraverso il matrimonio


Eccezionale il ritrovamento di una statua della dea, armata di spada, elmo e scudo e affiancata da un Tritone, essere metà umano e metà pesce: questo elemento permettere di riconoscere nella raffigurazione la Minerva Tritonia venerata anche in Grecia, in Beozia, e ricordata da Viirgilio nell’Eneide (XI, 483): “armipotens, praeses belli, Tritonia virgo” (O dea della guerra, potente nelle armi, o vergine tritonia…)

Il culto del santuario meridionale nasce in età arcaica ed era caratterizzato da libagioni. Nella fase finale il culto si trasforma invece verso la richiesta di salute e guarigione, documentato dalle numerose offerte di ex voto anatomici. Sono state trovate iscrizioni di dedica che ricordano
Castore e Polluce (i Dioscuri) e la dea Cerere. La molteplicità degli altari e delle dediche è stata interpretata come testimonianza del carattere federale del culto, quindi legato al popolo latino nel suo insieme: ogni altare potrebbe forse rappresentare una delle città latine aderenti alla Lega Latina, confederazione che riuniva molte città del Latium Vetus, alleatesi per contrastare il predominio di Roma.

Dionigi di Alicarnasso, vissuto sotto il principato di Augusto, afferma di aver visto in questo luogo, ancora al suo tempo, nel I sec. a.C., due altari, il tempio dove erano stati posti gli dèi Penati portati da Troia e la tomba di Enea circondata da alberi: «Si tratta di un piccolo tumulo, intorno al quale sono stati posti file regolari di alberi, che vale la pena di vedere» (Ant. Rom. I, 64, 5)
Alba

Lavinium fu considerata anche il luogo delle origini del popolo romano: all’immagine di Roma nel momento della sua espansione e della crescita del suo potere era utile costruire una discendenza mitica da Enea, figlio di Venere, onorato per le sue virtù, per la capacità di assecondare gli dèi; di conseguenza si affermò anche la tradizione per la quale Romolo, il fondatore di Roma, aveva le sue origini, dopo quattro secoli, dalla medesima stirpe di Enea.
Secondo questa tradizione Ascanio Iulo, il figlio di Enea, aveva fondato Alba Longa, città posta presso l’attuale Albano, dando l’avvio a una dinastia, che serviva per colmare i quattrocento anni che separano le vicende di Enea (XII sec. a.C.) dalla fondazione di Roma (VIII se. a.C.), quando, dalla stessa stirpe, nacquero i gemelli Romolo e Remo, secondo la tradizione allattati da una lupa. Questi erano dunque i nipoti del re di Alba Longa. La madre era Rea Silvia e il padre il dio Marte. Romolo uccise Remo e poi fondò Roma nel 753 a.C. Lavinium diventava così la città sacra dei Romani, dove avevano sede i “sacri princìpi del popolo romano”.

Il Borgo sorge su una altura occupata nell’antichità dall’acropoli di Lavinium. In età imperiale vi sorge una domus, testimoniata da pavimenti in mosaico in bianco e nero (Borgo_1). Una civitas Pratica è ricordata per la prima volta in un documento del 1061, mentre nell’epoca successiva si parla di un castrum che fu di proprietà del Monastero di San Paolo fino al 1442. La Tenuta di Pratica di Mare, comprendente anche il Borgo, allora definito “Castello” (Borgo_2), divenne poi proprietà della famiglia Massimi e in seguito fu acquistata nel 1617 dai Borghese. Il principe Giovan Battista, nel tentativo di valorizzare il territorio con l’agricoltura, ristrutturò il villaggio nella forma che ancora oggi rimane, caratteristica per la sua pianta ortogonale e la sua unitarietà. Dalla metà dell’Ottocento la malaria, che devastava la campagna romana, causò lo spopolamento del borgo, finché Camillo Borghese dal 1880 si impegnò nell’opera di ricolonizzazione, restaurando il palazzo e intervenendo con una importante opera di riassetto della tenuta, dove fu impiantata una singolare vigna a pianta esagonale. Il Borgo e la tenuta rappresentano una preziosa area monumentale e agricola ancora intatta all’interno della zona degradata di Pomezia e Torvaianica.

INTRODUCTION

The archeological site of Troy is the place where history and myth come together. According to the literary tradition, the Trojan prince Aeneas managed to flee from the city, set on fire by the Greeks after a ten-year siege, starting his journey towards Italy. Troy is particularly renowned for Homer’s recount of the war and its destruction, which supposedly took place at the beginning of the XII cent. B.C., but actually the city had a much longer life of more than 4000-year history. Visiting the archeological park means to go through the life of an extraordinary city, home to heroes and great kings, that became World Heritage Site in 1998.

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