Gaeta approfondimenti

gaeta approfondimenti

Gaeta – Approfondimenti

via flacca

Esclusa dal passaggio della via Appia, alla quale comunque Caieta era collegata attraverso una serie di raccordi, la rete stradale romana si incentrava sulla via Flacca, aperta dal censore L. Valerio Flacco nel 184 a.C. per collegare Tarracina a Formiae seguendo un percorso costiero che costituiva una variante alla Regina Viarum. La sua realizzazione favorì l’impianto di numerosi insediamenti, la cui crescita economica era connessa al sistema di comunicazioni sia di acqua che terrestri. La affiancavano numerose diramazioni locali a servizio delle aziende produttive e delle ville distribuite sul litorale. Nell’abitato non mancava una strada lungo il mare, molto simile a quella odierna tra Gaeta e Formia, che arrivava fino alla punta del promontorio: un tratto in rettifilo è riprodotto dalla pittoresca via Indipendenza, ai cui margini si scorgono tuttora antiche strutture di edifici, monumenti sepolcrali ed elementi architettonici inglobati nelle costruzioni successive.
Via Indipendenza

sepolti lungo il litorale medio-tirrenico

Anche il corpo di Miseno, come quello di Caieta, rimane nelle mani dei Troiani che provvedono a dargli sepoltura;quello di Palinuro, invece, disperso in mare, verrà in seguito ritrovato dagli indigeni del posto e tumulato per loro cura. Tutto il cerimoniale seguito per Caieta, non doveva discostarsi da quello osservato per il giovane trombettiere: allestimento della pira, lancio delle fiaccole con le spalle rivolte al feretro, aspersione dei presenti con acqua purificatrice mediante rami frondosi, secondo il rito romano della lustratio (vv. 229-231); recupero dei resti. Sul luogo Enea innalzò poi il tumulo di terra.

ville di carattere misto

Impostate su un robusto basamento, queste ville presentano l’articolazione canonica nelle parti urbana e rustica: la prima, di pertinenza del proprietario e la seconda destinata alla manodopera e al bestiame, nonché alla lavorazione e stoccaggio dei prodotti. Lo schema più diffuso del basamento (basis villae) in grandi blocchi squadrati di calcare è del “ tipo cavo”, articolato nello spazio interno in un criptoportico, cisterne e cantine. Al piano superiore si elevano la parte rustica e il quartiere abitativo per il dominus, la cui presenza, in genere limitata ad alcuni periodi dell’anno, è vivamente raccomandata dagli scrittori latini (Vitruvio, Columella). Con il consolidarsi del benessere economico grazie alle conquiste, la villa si trasforma da accogliente alloggio del padrone ad edificio sempre più ricco. Si assiste così alla moltiplicazione degli ambienti residenziali, che vengono contornati da portici e terrazze panoramiche; anche nel settore produttivo la maggiore ricercatezza nella gastronomia induce ad allestire zone destinate agli allevamenti più vari (pastio villatica), dai volatili agli animali selvatici, alla fauna lacustre e marina.

ville di otium

Il termine, difficilmente traducibile, indica sostanzialmente il distacco dai doveri del proprio ufficio (negotium) da parte dei membri della politica. Non si tratta di una semplice “vacanza”, ma di una nobile condizione esistenziale – sia pure temporanea – basata sull’impegno intellettuale, sulla contemplazione e la cura del corpo. Gli edifici per l’otium si abbelliscono di ambienti di soggiorno (dietae) e di appartamenti per gli ospiti (hospitalia), di viali per passeggiate (xysti) e di stadi per la corsa, di belvederi e di triclini per le diverse stagioni, di parchi curatissimi grazie ai progressi del giardinaggio (ars topiaria). In questo contesto naturalistico spesso si inseriscono tempietti per culti privati, ninfei e vasche con giochi d’acqua, decorati da statue. L’interno della dimora diventa epicentro di opere d’arte, spesso acquistate a caro prezzo sul mercato antiquario; un ruolo importante assume anche la biblioteca. Quasi sempre è presente un impianto termale almeno nei suoi elementi essenziali, lo spogliatoio (apodyterium) e il locale con la vasca di acqua calda (caldarium).
Resti romani entro la moderna Villa Irlanda: nicchia con affreschi

mausoleo

Gli edifici sepolcrali imitano palesemente nella tipologia e nelle soluzioni architettoniche il monumento funerario di Augusto, edificato all’indomani della battaglia di Azio nel Campo Marzio (31 a.C.), che recupera l’antica forma del tumulo etrusco . Il modello da quel momento trova ampia diffusione tra i membri dei ceti dominanti per tutta l’età giulio-claudia, sia a Roma (p.e. Cecilia Metella) che nel Latium. Eretti intorno agli anni 20 a.C., quando i proprietari erano ancora in vita, i maestosi monumenti di Gaeta tuttavia si differenziano dagli altri esempi municipali per l’imponenza delle dimensioni, pari a quelle del prototipo augusteo.

parco

Nella vasta area protetta di Monte Orlando, caratterizzata da impressionanti fenomeni naturali, come la Montagna Spaccata (spettacolare fenditura che taglia in due la roccia del promontorio fino al mare) o la grandiosa Grotta del Turco, si distribuiscono interessanti testimonianze storiche, quali le fortificazioni militari edificate durante la dominazione borbonica per iniziativa di Ferdinando il Cattolico e portate a termine da Carlo V tra la metà del XV e la metà del XVI secolo. A Ferdinando IV (1759-1816) si deve la costruzione delle polveriere Torre d’Orlando, Carolina, Ferdinando e Trabucco. Altri resti di costruzioni romane e un complesso di cisterne sono ritenute pertinenti alla proprietà di L. Munatio Planco, a tutt’oggi poco conosciuta archeologicamente.
"Grotta del Turco"
Batteria Trabucco

il borgo di s. erasmo

Il borgo S. Erasmo divenne una rocca munita (castrum), che alla metà del IX secolo giunse a costituirsi in un fiorente ducato con autonomia politica e militare, collegato alla sua crescente importanza marittima, commerciale ed economica. Durante la dominazione borbonica ulteriori fortificazioni militari furono iniziate da Ferdinando il Cattolico e terminate da Carlo V nel 1530, che realizzò un imponente sistema difensivo. La rinomanza di Gaeta si lega anche alla storia del Risorgimento italiano per l’esilio di Pio IX durante la Repubblica Romana del 1849 e per l’assedio del 1860-61 che segnò la fine del regno borbonico in Italia
Castello angioino del XIII-XV secolo
Gaeta. Veduta dopo la resa. Litografia colorata di Carlo Perrin, 1861