EDITORIALE: Una stella segna la via: l’itinerario culturale europeo Rotta di Enea

di Giovanni Cafiero – Presidente dell’Associazione Rotta di Enea
Nasce nel 2017 l’idea di proporre un nuovo itinerario culturale europeo. A maggio fui invitato dal Comune di Edremit a parlare del progetto di Parco archeologico e Naturalistico di Lavinium, una prospettiva condivisa dal Ministero dei Beni culturali, Soprintendenza dell’area metropolitana di Roma. In settembre il nuovo Itinerario fu illustrato nella sessione delle nuove Rotte Culturali nel meeting internazionale di Lucca CULTURAL ROUTES OF THE COUNCIL OF EUROPE 30TH ANNIVERSARY(1987-2017) – 7THADVISORYFORUM.
Presentammo il progetto di un itinerario archeologico e marittimo che attraversa il Mediterraneo da oriente a occidente, nel consesso internazionale del Consiglio d’Europa, 30 anni dopo la certificazione del primo itinerario culturale Europeo, il Cammino di Santiago di Compostela.
Illustrai il progetto parlando di Enea come padre della civiltà Europea. Il mondo romano venerando Enea si era collegato al topos letterario ed epico della guerra delle guerre, la guerra di Troia e aveva scelto come padre uno “straniero”, un semidio giunto nel Lazio dalle coste della Turchia. Un esule fuggito da una città in fiamme, che aveva perso tutto, ma non la devozione alle proprie origini e alle proprie tradizioni, non la tenacia nel prendersi cura dell’anziano padre Anchise, non la forza d’animo per andare avanti e fondare una nuova città che doveva vivere nella pace e che doveva assicurare un futuro al figlio Ascanio e ai discendenti della stirpe Troiana. Ma prima di fondare la nuova Troia Enea si nutre ed è nutrito dalle civiltà del Mediterraneo. Enea non sarebbe arrivato sulle coste del Lazio senza il soccorso della regina di Cartagine Didone, figura immensa, come lo è Creusa, la prima moglie di Enea, che spinge il marito a partire distogliendolo dal proposito di una sterile vendetta nella cupa notte dell’incendio di Troia. E su tutto il viaggio lo sguardo attento e la potenza di Venere. Di più, per un poema figlio della sua epoca non si poteva chiedere. Se in Omero e più tardi nelle Troiane di Euripide la donna è vittima sacrificale e voce del dolore, in Virgilio la donna è artefice cosciente del futuro.
Enea ritorna a parlarci nei momenti di difficoltà: dopo la seconda guerra mondiale, quando il poeta inglese e premio Nobel T.S. Elliot definisce l’Eneide il poema europeo per eccellenza (Londra 1944); oggi che il viaggio attraverso il dolore e i lutti provocati dalla pandemia ci costringono a stringerci intorno ai nostri affetti e ai valori comuni per trovare la forza di ripartire, ma solo dopo aver reso onore e ricordato chi non c’è più, così come Enea prima di ripartire alla volta del Lazio, seppellisce Anchise sulle coste di Trapani, celebrando giochi in suo onore e una spettacolare regata.
Ma torniamo a Troia nel racconto degli esuli. In quel momento cupo, terribile della notte di Troia “una stella caduta dal cielo, tracciando con grande luce una scia, corse per l’ombre. La vediamo sfiorare il vertice del tetto e scomparire luminosa sui boschi del Monte Ida, segnando la via” (Eneide II,693-696).
Lasciarsi alle spalle morte e distruzione, navigare verso una destinazione ignota dove potremo rigenerare i nostri valori, le nostre istituzioni, la nostra cultura, nel nome della mescolanza, della pacifica convivenza, della umana solidarietà, dell’incontro rispettoso e fertile che rispetta le diversità e favorisce nella mescolanza il progresso economico e civile.
Il Cammino del nuovo itinerario culturale dalla Turchia all’Europa, per riscoprire i valori comuni, per viaggiare nella caleidoscopica bellezza dei paesaggi mediterranei e riscoprire la gioia dell’incontro e della convivialità, nasce da quella stella.

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