Eneade approfondimenti

eneade approfondimenti

Eneade – Approfondimenti

nona fatica

Come nona delle dodici fatiche, il re di Micene e Tirinto, Euristeo, ordinò ad Ercole di impossessarsi della cintura della regina delle Amazzoni, Ippolita, per donarla a sua figlia Admeta. Ippolita viveva nell’area del Mar Nero, presso il fiume Termodonte, ed aveva ricevuto la cintura in dono da suo padre: il dio Ares.
Anfora a figure nere raffigurante Eracle che lotta contro le Amazzoni (520 – 500 a.C., Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia).
Quando Ercole giunse per portare a termine l’impresa, la regina se ne invaghì e volle regalargli la cintura come pegno d’amore. Ma la dea Hera, per ostacolare il successo di Ercole, prese le sembianze di una amazzone ed ingannò le altre, dichiarando l’intento dell’eroe di rapire la loro regina. Le Amazzoni si recarono da Ercole in armi e lui, pensando ad un tradimento di Ippolita, le strappò la cintura e la uccise.

necropoli

A Sud del tessuto urbano dell’odierna Enez sono attestate delle aree di necropoli. La frequentazione della zona affonda le proprie origini nelle fasi più antiche dell’abitato, come dimostrato dal rinvenimento di ceramica – anche a figure nere e rosse – e di sarcofagi decorati, datati tra il VI secolo ed il IV secolo a.C.
Sarcofago di età classica rinvenuto durante gli scavi delle necropoli
(da Kurap–Akyuz–Akyuz–Başaran–Cakan 2010).
La zona è caratterizzata anche dalla presenza di tombe monumentali ed altre sepolture che coprono il lasso cronologico compreso tra l’età ellenistica, l’età romana ed il periodo paleocristiano.

Tumulo di Çataltepe

Il tumulo di Çataltepe è un complesso sepolcrale situato su una bassa collina, nel settore orientale della moderna città di Enez. La struttura è costituita da un corridoio di ingresso (dromos) e da una camera principale di forma rettangolare. La camera è realizzata in blocchi, aveva una copertura a volta e le pareti erano originariamente intonacate ad imitazione di lastre di marmo. Sui due lati dell’ambiente è ancora possibile apprezzare la presenza di due sarcofagi incassati nel pavimento: uno è realizzato in marmo bianco ed è chiuso da un coperchio; l’altro è in calcare rivestito di intonaco – per riprodurre il colore del marmo – e si presenta privo di copertura. L’assenza di resti ossei e di oggetti di corredo al loro interno ha fatto supporre che le pareti del tumulo siano crollate prima dell’effettivo utilizzo dei sarcofagi
Interno del tumulo di Çataltepe (da Başaran 2012).
Nel settore Nord-orientale della camera sepolcrale sono presenti, infine, un altro sarcofago ed un’area dedicata alle libagioni. Sulla base dei materiali rinvenuti, l’edificio è datato al IV secolo a.C.

Cappella dell’Haghia Triada

La cappella dell’Haghia Triada, ovvero della “SS. Trinità”, si trova al di fuori dell’Acropoli cittadina, non lontano dal più interno dei due porti antichi. Si tratta di una grotta naturale che, in età ellenistica, era dedicata al culto del dio Pan, come dimostrato da un rilievo marmoreo, rinvenuto all’interno di una nicchia, che raffigura la divinità mentre danza con due ninfe. Nel XIV secolo l’ambiente venne trasformato in una cripta e fu dedicato alla Trinità. Questa fase di vita è particolarmente ben conservata ed è ancora possibile apprezzare sia gli elementi che costituiscono il complesso – tra cui la navata principale, il diakonikon e le sepolture pavimentali – sia parte degli affreschi votivi. Tra di essi, di particolare importanza è una raffigurazione della Vergine, caratterizzata da un ampio uso del colore rosso in ogni sua sfumatura.

villa

La villa rinvenuta al centro di Enez è una delle testimonianze principali della fase romana della città. Il complesso, di dimensioni considerevoli, si estende al di sotto di edifici moderni e ciò ha limitato le indagini archeologiche. Allo stato attuale è stato possibile mettere in luce soltanto delle parti dell’atrio centrale, una camera da letto (cubiculum), un ambiente adibito a cucina (culina) ed un bagno (latrina)
Resti archeologici della villa romana di Enez (da Başaran 2012).
Nonostante le informazioni ridotte, l’estensione della struttura e l’apparato decorativo delle porzioni note permettono di considerarla un’abitazione di lusso. Tra i mosaici pavimentali rinvenuti, il più significativo è quello della camera da letto: al centro di una composizione arricchita da elementi geometrici e simbolici, spicca la rappresentazione di tre figure.
Dettaglio del mosaico rappresentante tre figure, proveniente dalla villa romana di Enez
(da Başaran 2012 con modifiche)
Tra gli oggetti, invece, si annoverano una statuina di Nike in bronzo, una testa che riproduce il dio Serapide ed una figurina femminile.

Castello fortificato

Il castello è il complesso più famoso dell’odierna Enez ed è situato su una collina identificata come l’Acropoli dell’antica Ainos. Nonostante siano note testimonianze ascrivibili già al primo insediamento del centro – risalente almeno all’età arcaica – le strutture del periodo bizantino hanno completamente assorbito le fasi precedenti e risultano, attualmente, preponderanti. L’accesso all’area avviene tramite due porte arcuate, poste rispettivamente ad Est e a Nord. Il circuito murario, che abbraccia tutta la collina, è costituito da pareti alte fino a 25m, rafforzate da torri rotonde, poligonali e rettangolari.
Una delle torri del castello fortificato dell’Acropoli (da Başaran 2012).
Veduta interna dell’area del castello fortificato dell’Acropoli (da Başaran 2012).
Il sistema difensivo si compone anche di torri di vedetta in corrispondenza dei moli del più interno dei due antichi porti cittadini, ancora parzialmente visibili. La realizzazione della cinta risale alle fasi più antiche dell’abitato, ma importanti interventi sono stati condotti sia durante l’età bizantina – tra cui si ricordano quelli dell’imperatore Giustiniano I per rafforzare il circuito durante le invasioni degli Slavi – sia durante la dominazione Ottomana.

Fatih Camii

La Fatih Camii, ovvero la “moschea del Conquistatore”, è uno degli edifici più importanti di Enez, situato nel settore Sud-orientale del castello. Il complesso, convertito in una moschea dedicata a Maometto II con la conquista ottomana del 1456, era originariamente una chiesa, probabilmente dedicata a Santa Sofia. Sebbene la struttura sia generalmente datata al XII secolo, venne realizzata utilizzando anche materiali di spoglio, alcuni dei quali risalenti al VI secolo d.C.
Fatih Camii (da Başaran 2012).
L’edificio si compone di due narteci di ingresso, un corpo centrale cruciforme ed un bema affiancato da due ambienti di servizio: i pastophoria. Sebbene l’ingresso principale fosse ad Ovest, quando la struttura fu trasformata in moschea vennero realizzate una seconda porta, sul lato Nord, ed una nicchia posta in direzione di La Mecca. Nonostante i successivi rifacimenti, è ancora possibile apprezzare alcuni affreschi parietali del periodo bizantino, tra cui spicca una raffigurazione parzialmente conservata della Vergine e di un sacerdote. Questo complesso, per quanto attualmente in disuso, ha una rilevanza archeologica particolare, poiché supera per dimensioni anche le chiese, del periodo medio e tardo bizantino, di Istanbul.
Fatih Camii (da Başaran 2012).